24 gennaio: Giornata Internazionale dell’Educazione

 

L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 24 gennaio: Giornata Internazionale dell’Educazione.

            Che significa “Giornata internazionale dell’educazione”?

I termini educazione/formazione/istruzione sono termini spesso utilizzati come sinonimi, altre volte invece con significati specifici diversi.

Il termine educazione viene spesso utilizzato per indicare l’acquisizione di atteggiamenti e di capacità di ordine comportamentale (educazione morale, civile, sociale…) o di natura disciplinare (educazione linguistica, educazione matematica, educazione scientifica…).

Il termine formazione viene frequentemente utilizzato come sinonimo di educazione (formazione morale, sociale, linguistica, matematica…), ma viene anche utilizzato specificamente per indicare la formazione professionale, stabilendo spesso l’equivalenza tra formazione e formazione professionale.

Il termine istruzione viene invece utilizzato, sia per indicare l’acquisizione delle conoscenze, sia come sinonimo di educazione e di formazione, cioè di acquisizione di atteggiamenti e di capacità. Questo equivoco è rafforzato anche dall’espressione “istruzione formativa” (“istruzione educativa”), nella quale l’aggettivo formativa (educativa) viene inteso come esplicativo del termine istruzione.

Comunque, al di là delle precisazioni terminologiche è un fatto che senza un’istruzione di qualità ed equa, i paesi “meno fortunati” non riusciranno mai a raggiungere l’uguaglianza di genere né a rompere il ciclo di povertà che sta lasciando indietro milioni di persone.

Nel mondo 262 milioni di bambini e adolescenti non frequentano la scuola; 617 milioni di bambini e adolescenti non sanno leggere e non hanno nozioni di matematica di base; meno del 40% delle ragazze nell’Africa sub-sahariana completa la scuola secondaria inferiore e circa 4 milioni di bambini e giovani rifugiati non vanno a scuola. Dunque Il diritto all’istruzione di questi bambini e ragazzi è stato violato ed è inaccettabile.

Il diritto all’istruzione è sancito dall’art. 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, secondo cui l’istruzione elementare deve essere garantita come gratuita e obbligatoria. Le Nazioni Unite hanno adottato l’Agenda 2030, di cui il diritto all’istruzione rappresenta una chiave per raggiungere ed integrare uno sviluppo sostenibile nella nostra società. Con l’adozione dell’Agenda 2030 i Paesi Membri hanno infatti riconosciuto che l’istruzione è essenziale per il successo di tutti e 17 i suoi obiettivi. L’obiettivo di sviluppo sostenibile mira a “garantire un’istruzione di qualità inclusiva ed equa e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti” entro il 2030.

L’UNESCO invita i governi e tutti i partner a fare dell’istruzione di qualità una ‘priorità fondamentale’, ecco perché nasce la Giornata Internazionale dell’Educazione, appunto per dare voce a questi giovani e per dar loro una scala per uscire dal pozzo della povertà che sta lasciando dietro di sé decine di milioni di bambini, giovani e adulti.

Per quanto riguarda l’Italia pongo la mia attenzione sulla dispersione scolastica e guardo con grande preoccupazione a quei ragazzi che oggi hanno deciso di lasciare la scuola e a quelle ragazze mussulmane che abbandonano i banchi (o vengono ritirate) alla soglia dell’adolescenza. Nella oggettiva e colpevole indifferenza delle istituzioni di questi giovani per il 70%  diventano dei Neet: ragazzi che né studiano né lavorano. Troppo spesso le istituzioni  dimenticano che i titoli di studio più elevati sono associati non solo a maggiori opportunità di lavoro, ma anche a più alte retribuzioni e migliori condizioni di salute dell’individuo, con ricadute positive sull’intera collettività.

Abbiamo detto che Istruzione può essere sinonimo di Educazione e quest’anno, il 2025,  le Nazioni Unite hanno programmato la giornata dell’Educazione alla pace” per i nostri giovani e non solo.

Educare alla pace significa educare le nuove generazioni al confronto e alla eterogeneità della vita. Solo se ci abituiamo a riconoscere l’altro, ognuno nelle sue differenze culturali, gli stessi diritti imprescindibili di ogni essere umano, si potrà sviluppare una reale Educazione alla pace senza pensarla come qualcosa di inafferrabile, utopica e lontana dal nostro vivere quotidiano.

Educare alla pace significa promuovere, sostenere, divulgare, e rafforzare le buone pratiche che noi tutti abbiamo, anche se talvolta queste esistono sottotraccia; ecco quindi in questo percorso di nuovo l’importanza delle famiglie, delle scuole, delle associazioni e di ogni luogo istituzionale.

Se noi tutti facessimo un piccolo sforzo per prendere consapevolezza di questo, ognuno potrebbe rendere le proprie iniziative, le proprie azioni quotidiane, l’abito di tutti i giorni, una sana abitudine di educazione alla pace riuscendo così, non per spirito umanitario ma per egoistica convenienza, a raccogliere i semi di questo bene primario indispensabile per ogni comunità piccola o grande di questo nostro strano mondo.

 

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