RISCALDAMENTO GLOBALE: La febbre del pianeta TERRA

Alcuni di voi si stanno domandando: «A cosa servono questi articoli? Noi non possiamo farci nulla

I Romani dicevano: «Se vuoi abbattere il tuo nemico lo devi prima conoscere

Proprio per far sapere qualcosa in più  su questo complesso argomento, ho deciso di suddividere la trattazione in sei brevi articoli settimanali cercando di usare una terminologia il più possibile comprensibile ai non addetti ai lavori, per approfondire alcune delle implicazioni nascoste del nostro nemico comune: “Il Riscaldamento globale del pianeta TERRA.

LA TERRA BRUCIA!

Per chi non conosce la mia biografia, sebbene questa sia presente sul blog e sulla terza di copertina dei miei libri, va detto che prima di diventare scrittore, all’inizio degli anni ‘70 ero un chimico venuto da Roma per dirigere il laboratorio di idrogeochimica dell’Università di Bari. Allora era l’unico laboratorio universitario a Bari che si occupasse di acqua in tutti i suoi aspetti poi, all’inizio degli anni ’80, questo laboratorio è diventato di “chimica ambientale” perché già da allora si stava risentendo fortemente degli agenti inquinanti. Le mie molte pubblicazioni scientifiche sull’argomento e la mia “deformazione professionale” che mi costringe a tenermi tuttora aggiornato mi fa presumere di potervi parlare di questa materia con cognizione di causa a differenza di molti tuttologi televisivi.

1.0           CICLI DELLA NATURA                                                  

Partiamo da una banalità. Quante volte abbiamo sentito dire: «Le stagioni non sono più quelle di una volta.Non ci sono più le mezze stagioni

State tranquilli Amici. La Terra in oltre 6 miliardi di anni ha ruotato sempre alla stessa maniera intorno al sole e in centinaia di milioni di anni è diventato un pianeta abitabile perché si sono verificate nel tempo una miriade di condizioni fisiche, chimiche e ambientali favorevoli allo sviluppo della vita sia vegetale che animale ma non necessariamente adatte alla vita umana.

1.1 Composizione chimica dell’atmosfera terrestre  

La nostra atmosfera presente nei primi 40 km di altezza è trattenuta dalla forza di gravità terrestre ed è composta per ~21% di ossigeno, ~ 78% di azoto, più un altro ~1% di altri componenti minori tra cui, l’idrogeno, l’ozono, i gas nobili (elio, neon, argo, radon), e i gas serra che per nostra fortuna nell’atmosfera esistono da sempre.

I gas serra, sono cosi chiamati perché, essendo più pesanti dell’aria, in effetti agiscono come una serra, permettendo ai raggi del sole di entrare come calore e di riuscire, ma solo in parte, sotto forma di raggi infrarossi che poi si disperdono nel cosmo.

Nell’aria esiste pure quello che una volta veniva chiamato pulviscolo atmosferico e oggi polveri sottili che sono immesse nell’atmosfera dai venti e galleggiano nell’atmosfera. Queste polveri in origine erano soltanto dei pollini, delle sabbie e ceneri vulcaniche di natura piuttosto grossolana, con diametro > 10 µm, dette PM 10 (Φ > 10 µm – micron = millesimo di millimetro) che, una volta inalate facilmente vengono espulse dai nostri polmoni. Negli ultimi decenni purtroppo, a causa dei processi di inquinamento industriale sono venuti a prevalere nell’atmosfera delle particelle molto più piccole, PM 2.5 (Φ < 2.5 µm) che, una volta inalate, non riusciamo più ad espellere e quindi vanno ad aggredire i nostri organi interni con frequenti casi di neoplasie.

1.2  Composizione dei Gas serra

     

        Prima ho scritto “per fortuna” accennando ai gas serra perché se questi non ci fossero il nostro pianeta avrebbe una temperatura media inferiore ai -25°C con escursioni da +100°C di giorno a -100°C la notte, quindi con condizioni impossibili alla vita. Con l’effetto serra naturale la temperatura terrestre ha una media di +15°C, ma se questo effetto serra viene rafforzato in modo artificiale non sappiamo ancora quale sarà la sequenza di effetti negativi sul pianeta per come noi lo conosciamo, tuttavia già da diversi anni abbiamo cominciato a percepirne i tanti effetti avversi e dannosi.

  • L’ANIDRIDE CARBONICA: prima causa dell’effetto serra.

Con misure effettuate analizzando l’aria inglobata nel ghiaccio dall’Antartide prelevato sino a 1,5 Km di profondità, si è evinto che da circa 800.000 anni fa sino al 1750 la CO2 nell’atmosfera è stata di ~180 ppm (1 ppm 0 1 mg/l); dal 1750 (epoca pre-industriale) al 1950, questa era già passata a 280 ppm (un incremento di +100 ppm); oggi ha superato le 420 ppm con punte di 450 ppm.

La combustione dei combustibili fossili (carbone – petrolio – metano) è la prima causa di questo aumento (64%), mentre la deforestazione selvaggia del Sudamerica  dell’Africa contribuisce per circa il 30%.  

Una concentrazione di 500 ppm di CO2 è considerata dagli scienziati il “punto di non ritorno”: questo significa che il pianeta Terra si potrebbe stabilire permanentemente su un nuovo più caldo equilibrio con conseguenze inimmaginabili per il proseguimento della vita del genere umano così come oggi la intendiamo.

La CO2 costituisce oltre l’80% delle emissioni di gas serra.

Oggi immettiamo nell’atmosfera circa 35 miliardi di tonn/anno di CO2 – Oltre 65.000 tonnellate al minuto.

         (Tenete conto che la massa atomica espressa in grammi (mole) di un qualsiasi gas occupa sempre un volume di 22,4 litri; quindi una mole di CO2, che pesa solo 44 gr, occupa un volume di 22.4 lt. Dunque provate a immaginare o a calcolare, se ci riuscite, quale e quanto volume possa occupare soltanto un miliardo di tonnellate di CO2.)

Ora, se consideriamo che una mole della nostra preziosa aria pesa solo 29 gr si capisce subito che la CO2, essendo più pesante dell’aria, per gravità rimane nelle parti più basse dell’atmosfera creando una vera e propria serra.

         Per fortuna è la natura stessa a venirci in aiuto, infatti è noto a tutti lo scambio CO2/O2 fatta dalle piante, ma è meno noto che anche i mari assorbono circa i 2/3 della CO2 atmosferica e quindi, per centinaia di milioni di anni, questi hanno sempre tamponato le alte concentrazioni dell’atmosfera producendo immense quantità di rocce carbonatiche che si sono depositate sui fondali marini sino a far emergere nuove terre ma oggi il mare non ce la fa più: la concentrazione di CO2 nel mare è aumentata gravemente del +30%.

        IL METANO: La seconda causa dell’effetto serra.

Il metano è emesso naturalmente dai vulcani, che oggi rappresentano solo il 10% delle emissioni (sono quasi tutti spenti), ma soprattutto dalle esalazioni prodotte dall’apparato digerente delle specie animali e umana e dai batteri.

Tali esalazioni recentemente sono diventate un problema poiché sulla terra oggi vivono oltre 8 miliardi di persone +17 miliardi di animali di allevamento + 4/5 miliardi di animali selvatici. Capite bene che se qualcuno di noi fa una puzzetta non succede nulla, ma se 30 miliardi di esseri viventi producono delle ventosità questo diventa a difficoltà quasi insormontabile a cui vanno aggiunte le esalazioni prodotte da migliaia di miliardi di batteri i quali, ovviamente, stanno aumentando di numero con l’aumentare degli abitanti e degli animali superiori. Tutto ciò produce letame che, se non trattato, si decompone producendo metano; le discariche urbane nei paesi occidentali servono, ma fanno ben poco tenuto conto che nei nei paesi più popolosi del terzo e quarto mondo tali discariche non esistono.

         Dall’inizio del XX° sec. a oggi le concentrazioni di metano nell’atmosfera sono raddoppiate, facendo accelerare del 20% l’effetto serra.

Il metano intrappola il calore con un’efficienza 23 volte maggiore rispetto alla CO2.

  • II VAPORE ACQUEO

Tutti sanno che nell’atmosfera c’è anche il vapore acqueo, che è un gas no gas, ovvero acqua allo stato gassoso, presente in quantità variabili, tutto sommato molto piccole, ma fondamentali perché dalla sua condensazione ha origine ogni forma di vita. Dunque il vapore acqueo è parte del ciclo idrologico naturale e quindi l’uomo non immette vapore direttamente nell’atmosfera ma l’effetto serra generando più aria calda assorbe molta più umidità dal suolo quindi, più alta è la temperatura dell’aria e maggiore sarà la presenza di vapore acqueo nell’atmosfera con susseguente modifica del clima:

Oggi abbiamo + 5% di vapore acqueo rispetto a 40 anni fa.

Questo dato, in apparenza insignificante, ci dice che sulla nostra testa ci sono milioni di miliardi di tonnellate d’acqua pronti a precipitarci addosso in maniera violenta, ma non sappiamo né dove né quando questo avverrà.

  • GLI OSSIDI DI AZOTO E DI ZOLFO E LE PIOGGE ACIDE

Anche questi ossidi sono emessi naturalmente dalle emissioni vulcaniche e dalle decomposizioni organiche e batteriche.

L’inquinamento invece produce questi ossidi dal riscaldamento domestico, dalle centrali termoelettriche, dal traffico veicolare, specialmente diesel, e da molte produzioni industriali (raffinerie, fonderie, cementifici).

Ora, senza andarci ad impegolare sulle tante reazioni chimiche che sono alla base del contatto del diossido di zolfo (SO2) e degli ossidi di azoto (NOx) con il vapor acqueo presente in atmosfera, è comunque un fatto che questi inquinanti reagendo con l’aria umida, si trasformano in acidi e quando l’acqua cadrà sotto forma di pioggia, neve o grandine, sarà acida e può danneggiare gravemente la vegetazionerecare danno a edifici e monumenti, a causa del loro effetto corrosivo su materiali come il calcare e il marmo.

Dall’inizio del XX°secolo la concentrazione degli ossidi di azoto e zolfo nell’atmosfera è aumentata del 16%.

Questi ossidi trattengono il calore con un’efficienza 300 volte più elevata della CO2.

  • I GAS FLUORURATI

Questi sono gli unici gas ad effetto serra che non esistono in natura ma sono stati sviluppati dall’uomo per fini industriali.

Gli idrofluorocarburi (HFC), i clorofluorocarburi (CFC) e l’esafluoruro di zolfo (SF6) venivano utilizzati per il raffreddamento e refrigerazione (aria condizionata – frigoriferi) e dall’industria elettronica. Si, venivano utilizzate perché queste bombe chimiche, da qualche anno sono state vietate, ma non abbiamo idea per quante migliaia di anni codeste rimarranno integri nell’atmosfera.

I gas fluorurati pur rappresentando, per fortuna, solo l’1,5% dei gas serra, intrappolano il calore con un’efficienza 22.000 volte maggiore rispetto alla CO2.

 1 kg di Gas fluorurati = 22 tonn. di CO2.

1.3   L’ EFFETTO SERRA

      Questa immagine, magari non di facile comprensione, ci dice che la funzione dei “gas serra” è quella di catturare i raggi infrarossi emessi dal sole, riscaldando così la superficie della terra, prima di essere nuovamente irradiati nello spazio quindi, come già detto, l’“effetto serra” che questi gas producono sono fondamentali per lo sviluppo della vita del pianeta. Senza i “gas serra” la temperatura passerebbe da +130° del giorno a – 100° della notte (come sulla luna), ma anche senza andare sulla luna, possiamo osservare lo stesso fenomeno, in misura ridotta, nei nostri deserti dove, per l’assenza di vapor acqueo, abbiamo un’escursione termica analoga con +50° di giorno e circa 0° di notte.

Ma se, a causa dell’inquinamento, la quantità di questi gas diventa eccessivo e “l’effetto serra”, genera un effetto di rimbalzo sul nostro pianeta per cui l’energia solare in eccesso non riesce ad essere di nuovo irradiata nello spazio, per cui gli aumenti delle temperature diventano incontrollabili e, a cascata, questi aumenti comportano una serie infinita di controindicazioni di cui ancora con ne conosciamo sino in fondo la portata negativa.

Al prossimo articolo.

“Ad maiora semper”

 

 

 

 

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